Bibliografia

11059198_565390683602979_2375712785565851627_nUn aspetto caratteristico della tradizione folkloristica di Barigazzo è rappresentato da un’ arte che la famiglia Tazzioli si tramanda di padre in figlio, quella della costruzione artigianale di strumenti musicali a corda: violini, chitarre, contrabassi.. In questa attività essa si attiene scrupolosamente ai canoni del passato, sia per la scelta della materia prima, sia per il metodo di fabbricazione, sia per le gradevoli tonalità da conferire agli strumenti. I Tazzioli hanno la musica nel sangue. Gli strumenti musicali che escono dalle loro mani rispondono perfettamente alle esigenze artistiche di quei lontani epigoni dei famosi “liutari” del Medio Evo. Grazie ad essi si è creato a Barigazzo un clima permeato, oltrechè di musica, di allegria, di festevolezza. Il loro <<complesso>> vivacizza le feste paesane e famigliari, i matrimoni, le serate di carnevale. E’ quindi un fattore di unione, uno stimolo alla socievolezza, all’ aggregazione oggi tanto decaduto. Al suono ritmico dell’ orchestra Tazzioli i ballerini si esibiscono nei tipici balli: le manfrine (monferrine), le quadriglie, le polke, i valzer. Li eseguono in uno stile personale, dando vita a numeri che assumono figurazioni caratteristiche. Pensiamo al “ballo della seggiola”, specialità di Melchiorre, e ai “valzer saltati” dell’ Adele. A un orecchio attento non sfugge l’ origine esotica di alcuni pezzi, portati a Barigazzo certamente da paesani emigrati in Francia o in altri paesi d’ Europa. Quelle musiche hanno subito ad opera dei fratelli Tazzioli un processo d’ italianizzazione. Sono scomparsi Melchiorre, l’ Adele, Gigi, l’ Anna Maria, ma continuano la loro tradizione i fratelli Mario ed Oreste, che con i loro impeccabili violini animano un affiatato “Gruppo Folkloristico”, ed educano alla scuola di famiglia i nipoti. Il gruppo è presente sempre, quando c’è aria di festa. Quanto ai balli, ci si studia di continuare lo stile impresso loro dalle indimenticabili figure scomparse. Di qui uno studio accurato per ripeterli nel modo più autentico, applicandosi a una seria ricerca sulle singolarità ritmiche da non alterare, sui costumi da indossare, sulle movenze da compiere. Questo lavoro di ricerca, paziente e prezioso, è compiuto dai professori Pietro e Silvana Adani, mentre sotto la guida di Tina Remitti  i piccoli si addestrano a diventare nel futuro continuatori di una così simpatica tradizione. Li stimolano certamente le significative affermazioni che hanno dato al gruppo folkloristico un momento di celebrità: alludo alla sua partecipazione, su invito della televisione jugoslava, al Festival internazionale del Folklore a Belgrado nel Capodanno del 1977, a alla Rassegna dei gruppi etinici e folkloristici italiani, tenuta nel marzo 1979 al Teatro Comunale di Bologna su iniziativa della Regione Emilia Romagna. A prescindere da questi due exploits, il Gruppo, anzichè fuori sede, preferisce impegnarsi in programmi vari a Barigazzo, per rendere la vita del piccolo centro più piacevole e serena. Così anima la tradizionale Fiera d’Agosto e la Festa delle Giunchiglie, una sagra all’ aria aperta che è un significativo momento di distensione e che serve a far dimenticare gli stress e la routine quotidiana, i condizionamenti della dura vita di oggi, a far gustare il sapore delle cose, semplici e pulite, di un tempo

 

(cit. “AI PIEDI DEL MONTE CANTIERE” d. Antonio Galli – ed. AGIS Avegno – GENOVA)